Epidemia Covid-19: Come proteggersi  

Roberto Biancastelli (ex dirigente I.S.S.) - Anguillara Sabazia (RM) - 11 maggio 2020


L'esposizione, fatta da un fisico e non da un virologo, e' diretta ad un pubblico non specialistico di turisti ed intende fornire ai lettori alcune informazioni utili per ridurre i rischi di contagio: siamo infatti convinti che molti contagi avvengono per impreparazione e potrebbero facilmente essere evitati se si fosse un po' piu' informati su come i contagi avvengono.
In genere non e' piacevole leggere per imparare: in questa lettura pero' e' proprio il caso di fare un piccolo sforzo, perche' potrebbe essere in gioco la salute (se non addirittura la pelle!).
Il nostro consiglio al lettore e' di appuntarsi le cose che non sapeva o che ritiene particolarmente utili per farne poi un buon uso personale.
Le informazioni presentate sono state raccolte dall'autore da organi di stampa perche' ritenute utili allo scopo di aiutare a proteggersi dal virus. E' facolta' e responsabilita' del lettore avvalersi o diffondere le indicazioni qui' fornite.

INDICE: (Clicca per accedere, Indietro per tornare qui')
  1. Come si sviluppa un'epidemia
  2. L'epidemia Covid-19
  3. Come limitare i contagi
  4. Problemi della riapertura (movida)
  5. SITUAZIONE ATTUALE ED IL FUTURO CHE CI ATTENDE (Agosto 2020)
  6. ****** AGGIORNAMENTO ****** (al 30 Agosto 2020)
  7. Come ridurre i rischi di contagio
  8. Informazioni utili



COME SI SVILUPPA UN'EPIDEMIA (piu' la conosci e meglio la eviti)
Un virus non e' un organismo vivente come e' una cellula. Una cellula, il materiale organico elementare della vita, puo' riprodursi autonomamente creando un'altra cellula identica a se stessa mediante un complesso meccanismo biochimico che e' in grado di seguire la "programmazione" indicata nella sequenza di materiale organico (geni) presenti in una particolare macromolecola presente nella cellula, chiamata RNA messaggero, perche' e' creata come una copia del DNA e trasporta cosi' tutte le informazioni genetiche presenti nel DNA.
Se il virus riesce ad introdurre la propria molecola RNA in una cellula vivente questo meccanismo biochimico della cellula infettata entra ugualmente in funzione ma seguendo la "programmazione" contenuta nell'RNA virale invece di quello della cellula, che e' cosi' obbligata a creare non una cellula ma una copia del virus.
E' questo il meccanismo usato dai virus Covid-19 per moltiplicarsi: per "sopravvivere" ha bisogno di essere ospitato da un essere umano, che lui sfrutta per moltiplicarsi; ma ha poco tempo (poche ore o giorni) per riuscire ad entrare nel corpo umano (da naso, bocca o occhi) perche' quando e' nell'ambiente esterno i vari agenti fisici e chimici (temperatura, sostanze chimiche, ecc.) gli procurano molti danni che ne compromettono la capacita' di infettare: e' come se gli si spuntassero gli aculei con cui riesce ad iniettare l'RNA nelle cellule.
Il virus continua cosi' ad esistere perche' gli umani infettati sono delle fabbriche ambulanti dei virus e li spargono nell'ambiente, dove ogni virus rilasciato cerca un altro umano da infettare prima che si esaurisca quel poco tempo in cui rimane attivo nell'ambiente.
Gli umani infettati piu' efficaci per la diffusione dei virus sono gli asintomatici perche' circolano normalmente, senza particolari precauzioni, essendo inconsapevoli di essere dei propagatori dell'infezione. Tra questi "asintomatici" ci potrebbero essere molti giovani, in quanto i giovani, una volta infettati, sembra manifestino sintomi piu' lievi e quindi non pensano di essere malati di Covid-19 ma di avere un normale malanno passeggero e possono anche uscire di casa. Accade cosi' che altre persone si trovano ad essere esposte all'infezione soprattutto se si trovano a frequentare con leggerezza amici in gruppo o in "movide", inconsapevoli di correre rischi cosi' gravi. Per quantificare questo rischio citiamo il caso di un giovane coreano del sud di 29 anni che un una sola serata, girando per i bar, ha infettato ben 50 ignari frequentatori di quei bar.

L'EPIDEMIA:
Se una persona contagiata ne infetta altre e queste poi a loro volta ne infettano altre ancora, con il passare del tempo il numero dei contagiati cresce con una progressione che puo' risultare esponenziale, se mediamente ogni persona infetta ne contagia piu' di un'altra: e' allora che esplode l'epidemia.
Il livello di contagiosita' si misura con un numero (R0=numero di persone mediamente contagiate da una persona infetta), che dev'essere maggiore di 1 perche' l'epidemia si possa sviluppare. Allora ogni virus che riesce a raggiungere ed infettare una persona produce una distinta catena di contagi che contribuisce a portare il suo contributo esponenziale al totale delle persone infettate. La curva reale del totale delle persone contagiate risulta dalla somma di tutti questi contributi esponenziali ed ha anch'essa un andamento crescente in modo esponenziale.
Se non ci sono limiti alla diffusione del contagio, la curva del totale degli infettati cresce sempre piu' finche' tutta la popolazione risulta infettata (milioni di persone).
Il fattore R0, che misura l'intensita' del contagio, dipende dalle condizioni ambientali. Se queste favoriscono il propagarsi dell'epidemia (affollamento, temperatura bassa gradita al virus, ecc.) R0 puo' raggiungere valori superiori a 1 ed allora il numero degli infettati diverge, cioe' "esplode" l'epidemia.
Altrimenti, se le condizioni ambientali NON favoriscono il propagarsi dell'epidemia (per esempio con il "lockdown" della popolazione), questo non accade e R0 rimane inferiore a 1; cosi' il virus, pur presente nell'ambiente, non si diffonde a sufficienza per alimentare lo sviluppo dell'epidemia con nuovi contagi.
E' un fenomeno che noi conosciamo bene con la malattia influenzale che chiamiamo stagionale perche' d'inverno trova le condizioni ambientali che ne favoriscono la diffusione, raggiungendo cosi' un potere di contagiosita' con R0 superiore a 1: si sviluppa l'epidemia influenzale.
D'estate invece la maggiore temperatura ambientale (che produce danni ai virus mediante le vibrazioni e rotazioni termiche delle molecole) riduce il tempo di permanenza del virus attivo nell'ambiente e quindi il tempo di esposizione della popolazione ai virus: come risultato il fattore R0 scende sotto al valore di 1 (senza bisogno di "lockdown" della popolazione) e l'epidemia influenzale scompare non essendo piu' sufficientemente alimentata dai nuovi contagi (che sono diminuiti).
Pero' questi virus influenzali permangono nell'ambiente anche d'estate, potendosi riprodurre su un minor numero di persone che riescono ad infettare (anche d'estate).
Se i virus nell'ambiente non riuscissero piu' ad infettare nessuno, per esempio perche' tutta la popolazione si e' vaccinata, allora si estinguerebbero (come e' successo per molte malattie ormai scomparse, come il vaiolo). Ci auguriamo che anche il Covid-19 possa fare al piu' presto questa fine!
La pericolosita' del Covid-19 e' molto maggiore di una normale influenza: credo percio' che sia meglio considerata non come un'influenza ma come una polmonite virale, essendo questa la patologia piu' pericolosa e potenzialmente letale che puo' provocare se i virus raggiungono i polmoni. Puo' anche lasciare insufficienza respiratoria perche' le cellule dei polmoni distrutte dal virus non si rigenerano: altro che vantaggio dell'immunita' "di gregge" in tal caso!
A secondo della diversa efficacia del sistema immunitario, alcune persone infettate (quindi contagiose) possono manifestare sintomi cosi' lievi da essere addirittura non percepiti neanche dal soggetto stesso (sono i cosiddetti pazienti "asintomatici"). Sembra che possano essere molto numerosi (i russi hanno trovato un asintomatico per ogni malato con sintomi).
Essendo l'esame diagnostico (il cosiddetto "tampone") piuttosto complesso, perche' riguarda la ricerca in laboratorio della molecola dell' RNA del virus, non e' possibile estenderlo a tutta la popolazione, e quindi e' impossibile arrivare ad identificare tutti i pazienti asintomatici, che rimangono cosi' una mina vagante perche' contagiosi con livello di pericolosita' di contagio non conosciuto.
Il livello costante residuale dei contagi per Covid-19 potra' quantificare a tempi lunghi l'entita' di questa minaccia che terminera' definitivamente, come e' successo per altre epidemie, dopo aver vaccinato tutta la popolazione ma occorreranno crediamo almeno un paio d'anni perche' tutti possano essere vaccinati.



COME LIMITARE I CONTAGI:
Gli accorgimenti qui' raccomandati richiedono buon senso, attenzione costante ed autodisciplina. Il risultato che cosi' si ottiene e' l'addestramento delle persone a vivere e lavorare con un buon livello di sicurezza in un ambiente contaminato dal virus Covid-19.
Per prima cosa si deve capire come puo' accadere che il virus ci infetti.
Alla luce di quanto finora appreso, con buon livello di confidenza, accade questo:

Il virus una volta emesso dal fiato di una persona infetta, resta attivo nell'ambiente solo per un tempo limitato (da qualche ora a pochi giorni). Non e' un organismo vivente che puo' moltiplicarsi se trova le giuste condizioni (come sono germi e batteri) ma e' come un complesso materiale biochimico che ha bisogno di entrare in contatto con le giuste cellule del corpo umano per poterci iniettare il suo RNA (messaggero) e sfruttare cosi' la funzionalita' riproduttiva della nostra cellula per duplicarsi. La cellula umana infettata costruisce cosi' un nuovo virus Covid-19 invece di una cellula umana.
Se tutti noi fossimo capaci di non inalare mai questi virus, lasciandoli sempre nell'ambiente dove sono, in pochi giorni la pandemia si estinguerebbe (ed i virus pure)!
Purtroppo molte persone (tra 20000 e 30000 al giorno oggi in Italia) non riescono ad essere cosi' accorte ma purtroppo si fanno "infettare" inalando il virus e si ammalano con una degenza che e' abbastanza lunga: 3 o 4 settimane a casa o in ospedale (se non peggio).
Vediamo in particolare come puo' avvenire il contagio e perche', se lo si capisce bene, la probabilita' di rimanere contagiati si abbassa molto.
Il virus viene emesso con il fiato di una persona infetta, che puo' anche non avere sintomi e quindi non sapere neanche di essere un propagatore dell'infezione.
Il fiato infetto e' la via di attacco preferita dal virus perche' una volta inalato da una persona sana si puo' insediare nelle cellule del corpo umano che predilige: quelle dell'apparato respiratorio e li' comincia a moltiplicarsi infettando irrimediabilmente l'ospite.
Fortunatamente la pelle umana, se non lesionata, e' una buona corazza che impedisce a questo virus di penetrare all'interno del nostro corpo: gli unici punti di accesso sembrano essere naso, bocca e occhi. Quindi oltre al rischio di infettarsi per inalazione c'e' anche il rischio nel toccarsi il volto con le mani sporche. Questo rischio non e' piccolo perche' i virus emessi con le goccioline di saliva da persone SENZA mascherina (che le puo' trattenere) si depositano sulle varie superfici con cui le vostre mani potrebbero entrare in contatto, anche a distanza di tempo (durante tutto il periodo in cui il virus resta attivo, cioe' da qualche ora a qualche giorno).
E' bene per questo motivo, quando si toccano cose fuori casa, proteggere la mano con fazzoletto o guanti di tipo "usa e getta". Siccome puo' capitare di toccare con le mani qualcosa di infetto (banconote, le mani di un'altra persona, qualcosa toccato dalla cassiera del supermercato, pulsanti di un ascensore o di un POS, maniglie di ogni tipo, ecc.) dovete spesso lavarvi molto bene le mani (anche quando avete i guanti) e cercare di non toccarvi mai gli occhi o il naso quando le mani non sono ben pulite.
Convivere con il virus e' una seccatura ma, se avete capito cosa si puo' fare e cosa non si deve fare, non e' poi cosi' tragico.
Potete vivere tranquilli sapendo che se entrate in contatto con pochi virus molto probabilmente non succede niente perche' il vostro sistema immunitario se ne accorgera' e li fara' fuori.
Attenzione pero': un grosso rischio di rimanere infettati si verificherebbe entrando in contatto con un'elevata carica virale, perche' allora i virus sono troppi ed avranno la meglio loro.
Una carica virale elevata e' nelle microgoccioline di saliva ("droplets" in inglese, del diametro >=5 micrometri che arrivano in aria fino ad un metro) contenute nel fiato di una persona infetta: sembra che con uno sternuto possano essere emessi anche centinaia di milioni di virus!
L'importanza della carica virale e' suffragata anche dall'osservazione che le persone infettate e poi guarite non sembrano essere molto contagiose se diventano nuovamente positive: crediamo che questo accada perche' queste persone, avendo molti anticorpi, emettono un fiato che contiene molti meno virus e le loro microgoccioline di saliva, che sono i vettori dei virus all'esterno, hanno una carica virale modesta.
Quando la carica virale e' modesta i virus si fermano nella gola e non arrivano ai polmoni, cosi' i sintomi sono piu' lievi. Quando questi casi diventano molto numerosi si puo' avere l'impressione che il virus sia diventato meno aggressivo ma secondo noi cosi' non e': questo accade quando con il passare del tempo il numero di persone sieropositive che immettono nell'ambiente microgoccioline di saliva con piccola carica virale e' cresciuto. Sono persone contagiose ma meno di una persona malata, cioe' infetta con sintomi ben evidenti.
Per questo e' importante che tutti usino le mascherine, che possono trattenere queste microscopiche goccioline di saliva.
Le microgoccioline di saliva delle persone infette, che possono essere anche persone senza alcun sintomo (come ciascuno di noi che possiamo essere entrati in contatto con il virus inconsapevolmente); sono pericolose quindi non devono essere inalate e non si deve toccare nulla in cui queste goccioline possono essersi depositate (per esempio mascherine, tavoli, mani, maniglie, vestiti, ecc.).

IMPORTANTE: Il problema dei giovani (e non solo loro)
Un problema abbastanza serio che si sta verificando attualmente in Italia, al termine del lockdown, e' costituito dalle riunioni serali e notturne dei giovani (cosiddette movida) in cui molti di loro amano intrattenersi molto numerosi e vicini tra loro nello stesso luogo.
Da quanto detto finora e' chiaro che questi eventi costituiscono un luogo ideale per la diffusione del contagio e per la nascita di nuovi focolai di contagio difficili da localizzare e delimitare soprattutto nelle grandi citta'.
Questo accade perche' quei giovani non sono consapevoli dei rischi di contagio e del pericolo che fanno correre a tutta la comunita', che potrebbe vedere vanificati tutti i sacrifici fatti nel lockdown per contenere la pandemia.
Chiariamo cosa dovrebbe essere spiegato a questi giovani, perche' evidentemente loro non lo sanno.
Quando dopo un mese o piu' di lockdown il numero di nuovi contagi e' sceso a tal punto che le Autorita' decidono di interrompere il lockdown, non significa affatto che la pandemia e' superata ma solo che le si e' impedito di esplodere esponenzialmente, limitando il numero dei contagi: cio' perche' la gente non circolava ed i virus avevano piu' difficolta' a trovare un umano da infettare per moltiplicarsi.
Ora con la movida non gli pare vero: di nuovo avranno molta facilita' a incontrare delle vittime a loro vicine per tentare di infettarle.
Ma i giovani non se ne curano perche' sono sicuri che A LORO NON SUCCEDE perche' tutti i loro amici scoppiano di salute e quindi i rischi sono solo teorici, non reali. Inoltre hanno la mascherina che li protegge.
Spieghiamo perche' purtroppo NON e' cosi': la mascherina chirurgica non blocca particelle cosi' piccole come i virus che quindi possono essere inalati anche se si ha la mascherina; e' di aiuto solo se ce l'ha la persona infetta.

SITUAZIONE ATTUALE ED IL FUTURO CHE CI ATTENDE (Agosto 2020)
Nella fase finale del lockdown sia i contagi che i decessi sono meno numerosi e tutti hanno la sensazione che il virus si stia attenuando, stia diventando meno aggressivo. Noi crediamo pero' che non sia cosi': il virus e' sempre lo stesso perche' secondo noi lui non cambia in un mese. Crediamo invece che il numero delle persone con anticorpi (sieropositive) aumenti col tempo e, se infettate, queste persone non sviluppano i sintomi della malattia (asintomatici), perche' hanno gli anticorpi che limitano la proliferazione dei virus nel loro corpo.
Ma anche loro rilasciano con il fiato un numero di virus, magari modesto (cioe' con una carica virale ridotta: non centinaia di milioni di virus ma "solo" pochi milioni), che in molti casi e' pero' capace di infettare un'altra persona a loro vicina. Questa nella maggior parte dei casi risultera' anch'essa asintomatica, essendo stata modesta la carica virale infettante.
Si realizza cosi' una vera e propria EPIDEMIA NASCOSTA delle persone asintomatiche che, ospitando permanentemente nel loro corpo i virus, sono come fabbriche ambulanti, inconsapevoli ed ignote a tutti che permettono al virus di rimanere in forma endemica nascosto indefinitamente tra la popolazione per poter poi riemergere periodicamente come epidemia di Covid-19 al verificarsi di almeno una delle seguenti condizioni:
  1. Aumento dell'esposizione della popolazione al virus, per allentamento delle misure di contenimento del contagio (assembramenti, movida, ecc.) o per aumento del tempo in cui il virus rimane attivo nell'ambiente, per condizioni ambientali e di temperatura (bassa) piu' favorevoli alla diffusione del virus.
  2. Abbassamento delle difese immunitarie tra la popolazione (con il freddo o tra gli anziani).
Spieghiamo perche' il virus diventa piu' aggressivo quando fa freddo (d'inverno ma anche nelle celle frigorifere).
Il virus rimane attivo, cioe' in grado di replicarsi mediante la sintesi pilotata dal suo RNA iniettato nelle cellule umane infettate, per un tempo breve perche' l'agitazione termica delle molecole dell'aria in cui e' immerso gli producono dei danni al meccanismo che usa per iniettare l'RNA nelle cellule umane ed in un tempo che e' tanto piu' breve quanto piu' alta e' la temperatura nell'ambiente che lo circonda perde la capacita' di infettare.
D'estate, quando fa caldo, l'esposizione delle persone ai virus presenti nell'ambiente, perche' emessi dagli asintomatici, si riduce perche' la permanenza dei virus attivi nell'ambiente e' piu' breve.
D'inverno invece i virus permangono piu' a lungo nell'ambiente crescendo di numero per accumulo cosicche' aumenta sia l'esposizione delle persone ai virus attivi che la carica virale a cui si e' esposti. Per questo il rischio di contagio e' maggiore e la vittima invece di diventare asintomatica puo' manifestare la sindrome Covid-19 e contribuire al richio di epidemia, se il fattore di contagiosita' sale oltre soglia.
Questo e' proprio quello che dobbiamo evitare, per cui da ora in poi non si devono diminuire le misure di prevenzione e si deve avere l'accortezza di indossare una maglia di lana in piu' durante la stagione fredda, per evitare il rischio di indebolimento delle proprie difese immunitarie.
La probabilita' di trovare una persona asintomatica ed infetta tra i vostri amici, apparentemente sanissimi ed anche loro sicuri di esserlo, potrebbe essere non cosi' piccola come voi pensate. Nei luoghi dove si e' lasciato circolare il virus (come in Lombardia) gli infettati asintomatici sono addirittura la meta' della popolazione, come e' emerso dalle indagini fatte con i test sierologici.
Purtroppo sembra che non si sia presa ancora coscienza del problema, per cui si lascia diffondere senza ostacoli l'epidemia degli asintomatici che cosi' diventano sempre piu' numerosi.
Sappiate che prendersi questo virus, anche senza sintomi, e' comunque pericoloso perche' ha mostrato di poter attaccare molti organi umani e puo' cosi' comportare danni in grado di manifestarsi anche tardivamente nella persona infettata. Cio' perche' il virus distrugge le cellule umane quando le usa per riprodursi e nel corpo umano solo le cellule del fegato possono rigenerarsi, tutte le altre no: i danni prodotti dal virus sono percio' permanenti. L'associazione dei pneumologi italiani ha dichiarato che il 30% dei pazienti guariti dal Covid-19 riporta danni respiratori cronici cioe' cicatrici permanenti nei polmoni che restano per tutta la vita (fibrosi). A Milano un diciottenne ha dovuto subire addirittura un trapianto di polmoni, distrutti dal virus.
Allora divertirsi, anche con la movida, va benissimo ma se la gente intorno a voi diventa troppa vi consigliamo di cambiare locale o luogo. Meglio non lasciarsi guidare dal "cosi' fan tutti" ma inserire il cervello!

AGGIORNAMENTO al 30 Agosto 2020:
Assistiamo in questi giorni di fine agosto 2020 ad uno spettacolo sconfortante: giornalisti e, cosa piu' grave, amministratori che si preoccupano della "seconda ondata" dell'epidemia da Sars-CoV-2 mentre nessuno ha ancora capito che, con l'incremento della capacita' diagnostica, stanno osservando semplicemente quella che noi abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici".
Cio' e' reso possibile dal fatto che le temperature ancora alte di fine agosto non permettono nella maggior parte dei casi lo sviluppo della sindrome Covid-19 (la malattia) nelle persone infettate, perche' le cariche virali in gioco sono piu' modeste ed i sistemi immunitari sono piu' efficienti che non in inverno.
Avendo lasciato progredire questa epidemia "secondaria", soprattutto con il rilascio delle precauzioni nel periodo vacanziero, e' normale che le persone positive al test siano molto numerose, come nell'epidemia primaria della scorsa primavera, quando la temperatura piu' bassa permetteva piu' spesso lo sviluppo della sindrome Covid-19 e le terapie intensive erano al collasso.
Ora invece la grande maggioranza delle persone positive al test sono asintomatiche, quindi non deve scattare lo stesso allarme di allora (arrivando addirittura ad ipotizzare un secondo lockdown generalizzato, come ha lasciato intendere per esempio il presidente francese).
Poiche' pensiamo che non si sia ben compresa la differenza tra l'epidemia primaria da Sars-CoV-2 e l'epidemia secondaria (quella degli asintomatici) temiamo che gli amministratori rischino di commettere errori catastrofici per l'economia ed anche per la salute.
Assistiamo per esempio a propositi di fare "uno sforzo immane" per estendere in Italia i test con tamponi agli 8 milioni di studenti, non avendo capito che uno studente puo' essere negativo al test ma poi infettarsi gia' il giorno seguente (fuori della scuola). Il test ha senso per chi si imbarca su un aereo ma non per uno studente che entra a scuola (dato che non si puo' ripetere il test sugli 8 milioni di studenti tutti i giorni!).
Per combattere nel modo migliore questa pandemia e' indispensabile capire il fenomeno e come si sviluppa.
Purtroppo noi crediamo che l'arma risolutiva per eliminare il virus Sars-CoV-2 non sara' il vaccino, scarsamente efficace sulla grande moltitudine di persone infette ma asintomatiche, perche' non riuscira' a stimolare il loro sistema immunitario alla produzione di anticorpi, come accade in una persona sana, e probabilmente queste persone continueranno ad ospitare e diffondere i virus presenti nel loro corpo, se non saranno curate in altro modo.
Occorrera' usare i test per individuare tutte le persone asintomatiche, che inconsapevolmente coltivano colonie di virus nel loro corpo, anche per tempi molto lunghi, e guarirle con anticorpi monoclonali prodotti industrialmente o con un farmaco antivirale specifico che non sono pero' ancora disponibili.
Fino ad allora dovremo convivere con il virus Sars-CoV-2, che rimarra' tra noi nascosto in una moltitudine di persone infette ma asintomatiche, perche' il loro sistema immunitario funziona bene e tiene a bada il virus non consentendogli di sviluppare i sintomi e la sindrome Covid-19.
In altre parole le persone, soprattutto i giovani, se vengono in contatto con il virus, soprattutto in estate quando le cariche virali sono piu' piccole Se in agosto con 100.000 test al giorno riveliamo che il numero di persone infette e' diventato elevato non dobbiamo stupirci piu' di tanto perche' stiamo rivelando la popolazione di asintomatici (si potrebbe fare piu' velocemente ed economicamente a livello epidemiologico con i test sierologici).
Le persone infette ma asintomatiche creano pochi problemi perche' la loro salute e' buona. Che siano tante e' cosa nota: una recente indagine sierologica condotta nelle zone calde della Lombardia ha rivelato che addirittura il 50% delle persone sottoposte al test sarebbe risultata positiva, cioe' entrata in contatto con il virus Sars-CoV-2 (valori molto alti si verificano dove si e' lasciata "correre" molto l'epidemia primaria, com'e' accaduto il Lombardia e molto di piu' oggi negli USA ed in Brasile).
I recenti test eseguiti in tutta Italia con tampone trovano poco piu' dell'1% di persone infette con il virus nel corpo, in massima parte asintomatici.
Gli asintomatici sono persone infette ma che in genere, avendo gli anticorpi attivi, rilasciano cariche virali cosi' modeste da non creare problemi gravi a persone con un sistema immunitario efficiente: tutt'al piu' possono creare un altro asintomatico (per questo abbiamo chiamato il fenomeno "epidemia degli asintomatici": ognuno per contagio puo' crearne altri).
Certamente per debellare il virus dovremo ridurre il numero degli asintomatici con i giusti farmaci che verranno. Ma il fatto che si rilevi ora che gli asintomatici sono numerosi o in crescita non deve essere essere confuso con la vera emergenza dell'epidemia primaria, quella della primavera 2020, che era un'epidemia di persone malate della sindrome Covid-19 e non soltanto infettate dal virus Sars-CoV-2, com'e' oggi (che e' ancora estate; d'inverno potrebbe essere diverso anche se noi speriamo proprio di no).
Quindi ci sembrano semplicemente manifestazioni di scarsa comprensione del fenomeno tutte le preoccupazioni che portano alcune persone, anche molto importanti per le decisioni da prendere, a paventare addirittura dei nuovi lockdown generalizzati per combattere la crescita del numero degli infettati, che per ora sono in massima parte solo degli asintomatici.
Oserei dire che i test con tampone sono sprecati se servono a rivelare gli asintomatici, perche' non possiamo curarli senza i giusti mezzi (come per esempio gli anticorpi monoclonali) e per controllarne statisticamente il numero credo che bastino i piu' semplici test sierologici. Quindi il vero problema non e' quello di incrementare i test con tampone ma di investire per produrre il prima possibile i giusti farmaci o anticorpi monoclonali per guarire gli asintomatici, che sono la causa della persistenza del virus nell'ambiente.
Tutti devono intanto continuare a mantenere sempre attive tutte le precauzioni volte a prevenire i contagi per impedire che l'epidemia degli asintomatici possa progredire aumentando il loro numero. Cio' almeno fino all'arrivo dei farmaci antivirali che ci permettano di eliminare i virus dal loro corpo.
Dobbiamo percio' adoperarci a far comprendere alla popolazione la nuova realta' del mondo in cui ci si trova a vivere, anche se non piace loro e preferirebbero ignorare il problema. Mettere la testa nel buco come gli struzzi per non vedere e' sbagliato e porta a far estendere l'epidemia degli asintomatici e quindi il rischio sanitario di epidemia primaria, che ritornera' nel periodo invernale, quando l'esposizione della popolazione al virus sara' maggiore (per la maggiore persistenza dei virus attivi nell'ambiente, con il conseguente accrescimento per accumulo delle cariche virali soprattutto in locali chiusi e poco aerati) e le difese immunitarie saranno minori.
Se la popolazione capisce allora abbiamo piu' speranze di contenere l'espansione dell'epidemia degli asintomatici, che sono persone normali che sembrano star bene ma che in realta' possono talora trasmettere l'infezione.
In attesa che la Ricerca risolva definitivamente il problema dobbiamo tutti adoperarci, con i giusti comportamenti di prevenzione, a contenere al massimo lo sviluppo di questa minaccia subdola e nascosta che e' l'epidemia degli asintomatici.
Un'ultima importante raccomandazione: la temperatura dell'aria si sta abbassando molto in questi giorni di fine estate. Non commettete l'errore di girare con gli indumenti estivi, perche' non solo con le infreddature si abbassano le vostre difese immunitarie ma con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo e le cariche virali nell'ambiente possono cosi' crescere per accumulo, soprattutto nei locali chiusi, esponendovi ad un maggiore rischio di contagio (anche il Sars-CoV-2 e' un coronavirus, come il raffreddore, quindi e' lecito attendersi che i modi di contagio siano simili: se ti cola il naso vuol dire che probabilmente sei vulnerabile anche al Sars-CoV-2).
Ricordate sempre che il virus e' presente nell'ambiente ed i vostri comportamenti devono impedirgli di espandersi e di nuocere.

COME RIDURRE IL RISCHIO DEI CONTAGI: l'elenco seguente e' esemplificativo e non esaustivo (per esempio non citiamo l'utilissimo metodo del "contact tracing" con gli smartphone).
  1. Con il distanziamento sociale: Si deve rimanere a distanza da una persona che puo' essere infetta (cioe' da tutti). La distanza e' molto variabile: se camminate avanti ad una persona in fila indiana, e' piccola (a meno che il vento non soffi dalla persona infetta verso di voi). Se invece state fermi e non state sottovento, basta stare a 1.5 metri di distanza. Se pero' state in un locale chiuso la distanza deve aumentare perche' il volume dell'aria infetta tende ad aumentare intorno a voi, soprattutto se si sta parlando.
  2. Balneazione: non si ritiene che questo virus sia in grado di permanere a lungo attivo in acqua per cui il rischio di infezione anche in questo caso e' solo la vicinanza con un'altra persona infetta, che, non potendo avere la mascherina se sta in acqua, immette virus inalabili in aria ed anche in acqua dove i virus a breve termine potrebbero entrare in contatto con gli occhi. Quindi riteniamo che ci si possa bagnare in sicurezza la prossima estate se si resta sempre almeno ad un paio di metri di distanza da tutti gli altri bagnanti, non solo in spiaggia ma anche in acqua (magari con gli occhialini da nuoto se si sta in acqua insieme ad altre persone). Il vento ha un effetto favorevole comportando un continuo ricambio dell'aria che si respira.
  3. Aerazione dei locali: Il ricambio dell'aria e' sempre auspicabile, tanto piu' nei locali piccoli, anche se avete un condizionatore d'aria.
  4. Addestramento: Per abbassare di molto il livello dei contagi e' importantissimo l'ADDESTRAMENTO della popolazione a convivere con il virus (fino al vaccino, che poi lo fara' sparire, come e' successo con il vaiolo). E' facile da ottenere una volta che la gente ha capito come il contagio avviene. Purtroppo ancora non si fa abbastanza e per questo abbiamo scritto questo articolo.
  5. Nessun famigliare infetto deve restare a casa con altri membri della famiglia perche' contribuisce a propagare il contagio. Questi pazienti devono rimanere per circa un mese in un ambiente gestito da personale competente (anche in appositi hotel, per esempio).
  6. Automobile: una conseguenza del punto precedente e' che si puo' andare in automobile da soli o con i famigliari (perche' e' difficilmente evitabile che se in famiglia uno si prende il virus poi non lo passi a tutti gli altri) perche' non si puo' rispettare il limite di distanza. E' quindi sempre possibile e preferibile andare al lavoro in auto o moto ma da soli non con altri colleghi (trasporti individuali, da favorire con ingressi al lavoro scaglionati).
  7. Autobus e treni: Si possono usare solo con distanziamento e se c'e' circolazione naturale di aria dai finestrini (con bel tempo); MAI con finestrini chiusi e con ventilazione da condizionatori con filtri, che accumulano contaminazione senza bloccare i virus. Le maniglie di autobus e treni, come tutti gli altri oggetti toccati da molte persone (ad esempio i tastierini del POS o Bancomat) si possono toccare ma solo con guanti "usa e getta" o con un pezzo di carta o plastica che poi si butta.
  8. Bar, ristoranti ed altri locali pubblici: A nostro avviso possono lavorare all'aperto con tavoli/sedie a distanza in accordo con il punto 1 (quindi tenendo conto anche della direzione di un eventuale vento leggero per l'inalazione).
  9. Posti di lavoro: se si rispettano le condizioni sicure per il trasporto casa-lavoro (vedi punti 2 e 3), senza strette di mano o abbracci, a nostro avviso e' possibile lavorare in sicurezza se tutti gli ambienti sono grandi abbastanza, aerati (non con condizionatori ma con ricambio dell'aria) ed il numero di persone con cui si viene in contatto e' basso (i colleghi devono poter diventare come un'estensione dell'ambiente famigliare) e organizzato in piu' turni di lavoro per evitare assembramenti, anche nei trasporti. Ovviamente datore di lavoro e sindacati devono essere chiamati a monitorare giornalmente, soprattutto all'ingresso, la salute del personale con i vari strumenti praticabili. Qualche raro contagio e' sempre possibile (ed accettabile, come in strada), ma la frequenza deve essere sufficientemente bassa e comunque sotto controllo sicuro e responsabile.
  10. Mascherine: Quelle poco costose (chirurgiche) vanno usate negli ambienti chiusi frequentati da altre persone e in ambienti aperti se affollati (coprendo anche il naso oltre alla bocca). Servono per limitare il numero di virus dispersi nell'ambiente con il fiato da una persona infetta. Possono essere non usate all'aperto in strade poco affollate, tanto piu' se c'e' vento. In queste condizioni si possono non usare perche' la "ricettivita' ambientale" (cioe' la capacita' che ha l'ambiente di diluire le concentrazioni di virus a valori non piu' pericolosi) a nostro avviso lo consente (ricordiamoci sempre che tutti possiamo essere infetti anche senza saperlo).
  11. Pulizia di mascherine e filtri dei condizionatori: Una cosa poco nota e' che attraverso i filtri passa molta aria e loro, facendo il loro mestiere trattengono tutte le impurita', tra cui le particelle con i virus, che vi si accumulano. Quindi nel togliervi la mascherina non toccate il filtro con le mani nude (potrebbe anche essere pericoloso). Dovete prenderla per i tiranti e poi smaltirla richiudendola in una busta di plastica, tanto dopo qualche giorno i virus diventano inoffensivi.
  12. Smaltimento di mascherine e guanti: MAI gettare via mascherine e guanti usati nell'ambiente, a mare o in un fiume se non sono biodegradabili. Chiudetele invece in una buste di plastica che dopo una settimana di riposo puo' essere smaltita nell'indifferenziata. Stesse precauzioni vanno rispettate nella pulizia e ricambio dei filtri dell'aria (per esempio quelli dei condizionatori).
  13. Test sierologici: se si viene in contatto con una carica virale molto modesta questa viene rilevata dal sistema immunitario che da inizio ad una reazione con produzione di anticorpi. Se questa e' adeguatamente vigorosa (varia da persona a persona), puo' anche avere la meglio sui pochi virus che stanno tentando di moltiplicarsi nell'organismo e puo' riuscire ad annientarli tutti. La persona allora rimane sana ed avendo generato gli anticorpi nel sangue ha acquisito un certo grado di immunita' nel senso che ulteriori virus che venissero poi inalati potrebbero non riuscire a moltiplicarsi per questa presenza degli anticorpi, che permangono per un certo tempo nel suo sangue (non sappiamo ancora per quanto tempo). Ovviamente gli anticorpi nel sangue ci sono anche in quelle persone che non essendo riuscite ad avere la meglio sul virus si sono ammalate: in questi casi gli anticorpi gli restano nel sangue anche dopo la guarigione.
    Quindi un test sulla ricerca degli anticorpi nel sangue non e' valido per diagnosticare se una persona e' infetta perche' puo' essere malata per un'infezione in atto (anche senza sintomi) ma puo' anche essere sana (perche' infettata e poi guarita).
    Il test, se valido, attesta la presenza di anticorpi nel sangue e quindi che il soggetto e' venuto in contatto con il virus ottenendo un certo grado di immunita' (ma non sappiamo ancora quanto efficace e quanto a lungo).
INFORMAZIONI UTILI:
Materiali in cui il virus, pur disattivandosi gradualmente, resta attivo in superficie a 22 gradi (ISS): Disattivazione del virus: Con candeggina, amuchina o alcol al 75%: in 5 minuti.
Con la temperatura, pur disattivandosi gradualmente, il virus resta attivo sulle superfici per:
  1. 5 minuti a 70 gradi centigradi
  2. 30 minuti a 56 gradi
  3. 2 giorni a 37 gradi
  4. 14 giorni a 4 gradi.
Raggi UV: sembra che funzionino ma sono pericolosi perche' sono invisibili e nocivi.

Infine non ci stancheremo mai di ripetere che il successo nella limitazione dei contagi dipende soprattutto dalla conoscenza che ciascuno di noi deve aver acquisito su come accade che ci si contagi, cioe' da quello che noi abbiamo qui' chiamato l'ADDESTRAMENTO delle persone.
Il contributo alla diffusione di queste conoscenze, cioe' l'addestramento, e' stata la motivazione principale di questo nostro contributo.